Costantina nasce a Pretare (AP) nel 1930. Dopo aver passato l’infanzia e la giovinezza nel piccolo paese marchigiano, le condizioni economiche del dopoguerra la costringono a cercare fortuna nel ricco Belgio, dove il fidanzato Gigi, con cui si sposa per procura prima di partire, si è trasferito per fare il minatore. Malgrado le discriminazioni verso i migranti italiani e le difficoltà del pericoloso lavoro in miniera, la coppia si ritaglia un posto all’interno della società belga, dove mettono su famiglia. Ogni estate i due tornano a Pretare per le vacanze, dove sono visti con invidia e diffidenza. Stranieri anche a casa loro. Gigi muore nel 1964 e viene seppellito a Pretare mentre Costantina, diventata nonna, continua a tornare per le vacanze estive. Per un soffio scampa il terremoto dell’agosto 2016, che rade al suolo il paese marchigiano. Costantina cammina sulle macerie delle sue origini, rivivendo per la seconda volta l’addio alla sua terra, come quando, quasi 70 anni prima, era partita per il Belgio. La povertà, la migrazione, il riscatto, le sue radici, tutto questo vive solo nei suoi ricordi, che purtroppo stanno per sbiadire, ma che ci aiutano ad interpretare molti dei fenomeni che caratterizzano il nostro presente.